Oliver Twist

Il pinguino imperatore, mosso dall'istinto della riproduzione, si incontra con i suoi simili ogni anno nello stesso giorno e nello stesso luogo; il suo è un vero e proprio appuntamento con l'amore': è lì che, lanciando canti di seduzione, sceglie quello che sarà il suo partner per tutto l'anno, l'esemplare di pinguino con cui (quella stessa notte) avere un figlio. La mattina seguente la femmina si allontana, attraversando il lunghissimo e pericoloso percorso verso l'oceano (da dove, se sopravvive, mangerà il necessario per nutrire il suo cucciolo), mentre il maschio rimane a covare l'uovo, in attesa del ritorno della compagna. Non è un documentario ma un vero e proprio film, con trama, personaggi, momenti di emozione, paura, divertimento. Ma è anche autentico: racconta il ciclo riproduttivo del pinguino imperatore senza aggiungere una virgola alla realtà. I pinguini imperatori conducono davvero la vita assurda che vedrete nel film: maschi e femmine, nella breve estate australe, si conoscono, si corteggiano, si accoppiano; ogni femmina depone un solo uovo e poi, mentre l’inverno incombe, se ne va. Tra i pinguini imperatori vige il seguente ménage: le femmine trascorrono l’inverno al mare, nuotando e ingozzandosi di cibo, mentre i maschi restano in terra ferma, covando ciascuno il proprio uovo senza mai dormire né mangiare. L’uovo viene letteralmente «palleggiato» sulle zampe (se tocca terra si congela all’istante) e tenuto caldo con le piume dell’inguine. I maschi si radunano in colonie, e stanno stretti stretti, uno attaccato all’altro, per tenersi caldi.
A primavera, il preziosissimo uovo si schiude e préssoché nello stesso istante le femmine tornano dal mare, ritrovano a colpo sicuro i mariti e cominciano a nutrire i neonati rigurgitando il cibo immagazzinato per mesi. I maschi, esausti, vanno a loro volta al mare: è il loro turno dì andare a pesca.
Questa è, dunque, l’incredibile storia del pinguino imperatore; ed è, nè più né meno, la trama del film di Luc Jacquet. Il cineasta francese ha avuto l’idea del documentario dopo aver lavorato in Antartide come biologo. La lavorazione è durata un anno, e Jacquet ha montato il film partendo da 140 ore di materiale girato Comunque sia, Jacquet voleva realizzare un film epico, una grandiosa metafora sul sacrificio, sull’amore paterno, sull’« eroismo» di questi animali. Che invece, com’è ovvio, non sono «eroi», bensì perfetti esempi di adattamento — a fini di sopravvivenza — all’ambiente più ostile che esista.
La voce fuori campo che ci accompagna durante questo viaggio è, come molti già sapranno, quella di Fiorello che, a onor del vero, riesce con grande umiltà e rispetto a trattenere la sua verve comica e a calarsi nel ruolo di narratore, ha arricchito con battute personali il doppiaggio, anche quando l'atmosfera era drammatica, con apprezzamenti come "forti sti pinguini!".
La rassegna di quest'anno ha dedicato due film la cui visione è stata riservata agli alunni delle scuole elementari e della scuola media di Chiaramonte Gulfi. Tutto ciò è stato possibile grazie anche alla collaborazione con l'Associazione NAMASTE' che ne ha curato l'organizzazione. Sono stati proiettati La marcia dei pinguini, un bel film di animazione, e Oliver Twist, di Roman Polanski.
Un gruppo di quarantenni, affronta il tema della separazione e la paura di restare soli, in momento critico come quello che stiamo attraversando in questi anni, tra crisi economica, terrorismo internazionale e la paura per il contagio delle nuove malattie. Tra questi, Antonio e Angelica, sposati da anni ma ormai in crisi da diverso tempo, non riescono però a vivere l'uno senza l'altra. Il tema della separazione é affrontato non soltanto dal punto di vista della coppia ma viene anche rapportato all'amicizia...
Ferzan Ozpetek torna a girare la storia di un gruppo di amici in un interno, evoluzione di quello gioioso delle Fate ignoranti e a filmare le variazioni dell'amore e la socializzazione tra omosessuali ed eterosessuali. Pur avendo gli astri a favore, almeno al momento della creazione, la sensazione che si ha guardando Saturno contro è quella di un cinema normalizzato e presuntuoso, che non ha un punto di vista e che finge di dire la sua con uno stile indubbiamente bello e impeccabile. Dietro ai morbidi movimenti di macchina, dietro alla fotografia e alla musica empatica, la visione del mondo del regista rimane vanitosa e inalterata. Il suo è un collettivo osservato senza psicologismi, tutti naturalmente bravi, capaci e appartenenti all'unica classe per Ozpetek visibile e quindi pensabile: la borghesia. Il capro espiatorio melodrammatico è questa volta l'omosessuale, che per "redimersi" e per commuovere il pubblico deve necessariamente morire. Se la redenzione del povero in Cuore sacro passa attraverso la carità, qui è la morte a risolvere e a impietosire un padre che non "condivide" la natura del figlio.
L'ideologia borghese di Ozpetek vorrebbe dire qualcosa di importante senza farne mai una questione politica, e così si rimuove la cultura borghese, quella della famiglia, della proprietà, della religione, per sostituirla con quella neoborghese dei sentimentalismi, degli economicismi e dei narcisismi di massa. Nel mondo ideale di Ozpetek, il film è stato significatamene girato tra le pareti di casa sua, rifugio traboccante di ricercatezza e solidarietà, il brutto non esiste e l'indesiderabile è bandito. Anche la morte è un segno fastidioso da rimuovere e sostituire con la bellezza piena e risvegliata di Lorenzo. Per Ozpetek non è più tempo di sguardi consolatori alle finestre ma di una discesa nel reale. Bisogna che il suo cinema "privato" (come le sue camere) prenda aria.
Il film sarà proiettato venrdì 1 giugno alle ore 21.30 alla sala Sciascia
La frase: Un caffè con un amico vale più di tutti i libri del mondo
Stasera, ore 21,30 alla Sala Sciascia
Chris Gardner (Will Smith) è un padre di famiglia che fatica a sbarcare il lunario. Nonostante i lodevoli e coraggiosi tentativi di tenere a galla il matrimonio e la vita famigliare, la madre (Thandie Newton) del piccolo Christopher, che ha solo cinque anni (Jaden Christopher Syre Smith) non riesce più a sopportare le pressioni dovute a tante privazioni e, incapace di gestire la situazione, decide di andarsene. Chris, trasformato in un padre single, continua a cercare ostinatamente un impiego meglio retribuito utilizzando le sue notevoli capacità di venditore. Alla fine riesce ad ottenere un posto da praticante presso una prestigiosa società di consulenza di borsa, e sebbene si tratti di un incarico non retribuito, lo accetta con la speranza che alla fine del praticantato avrà un lavoro e un futuro promettente. Privato dello stipendio, Chris e il figlio, vengono sfrattati dall'appartamento e costretti a dormire nei ricoveri per i senza tetto, nelle stazioni degli autobus, nei bagni pubblici o ovunque trovino un rifugio per la notte. Nonostante i suoi guai, Chris continua ad essere un padre affettuoso e presente, usando l'amore e la fiducia che il figlio nutre per lui come spinta per superare tutti gli ostacoli che incontra sulla sua strada.
La frase: "Quando le persone non sanno fare qualcosa, lo dicono a te che non la sai fare".
"Ammonticchiati là come giumenti
sulla gelida prua mossa dai venti,
Migrano a terre inospiti e lontane;
Laceri e macilenti,
Varcano i mari per cercar del pane"
Film in quattro episodi. Nel primo, Riccardo Scamarcio è un giovane che, costretto su una sedia a rotelle in seguito a un grave incidente stradale, viene sedotto dalla sua fisioterapista, Monica Bellucci. Nel secondo, Fabio Volo e Barbora Bobulova sono due sposi alle prese con le difficoltà di concepire un figlio: ricorreranno alla fecondazione assistita in una clinica di Barcellona. Nel terzo, Antonio Albanese e Sergio Rubini sono una coppia gay la cui unione è osteggiata dal tradizionalismo del padre di quest'ultimo. Anche loro andranno a Barcellona, per sposarsi con il rito civile. Nel quarto, infine, Carlo Verdone è il maitre di un ristorante di lusso che, stanco della vita matrimoniale, si lascia coinvolgere in un vortice di passione da una bella e sensuale ragazza spagnola.