maggio 02, 2007

Manuale d'amore 2 (capitoli successivi)


Film in quattro episodi. Nel primo, Riccardo Scamarcio è un giovane che, costretto su una sedia a rotelle in seguito a un grave incidente stradale, viene sedotto dalla sua fisioterapista, Monica Bellucci. Nel secondo, Fabio Volo e Barbora Bobulova sono due sposi alle prese con le difficoltà di concepire un figlio: ricorreranno alla fecondazione assistita in una clinica di Barcellona. Nel terzo, Antonio Albanese e Sergio Rubini sono una coppia gay la cui unione è osteggiata dal tradizionalismo del padre di quest'ultimo. Anche loro andranno a Barcellona, per sposarsi con il rito civile. Nel quarto, infine, Carlo Verdone è il maitre di un ristorante di lusso che, stanco della vita matrimoniale, si lascia coinvolgere in un vortice di passione da una bella e sensuale ragazza spagnola.

Ma quante varianti fastidiose ha l'amore
Sèguito del primo film di gran successo, Manuale d'amore 2 di Giovanni Veronesi è riuscito soltanto a metà. Il primo episodio (ragazzo malato folgorato dall'eros per la bella fisioterapista, Scamarcio e Bellucci), il secondo episodio (coniugi alle prese con la fecondazione assistita, Fabio Volo e Barbora Bobulova) sono drammaturgicamente insoluti, pesanti sgradevoli. II terzo episodio (coppia gay che vuole sposarsi in Spagna) mette insieme due attori bravi, l'equilibrato Albanese e il timoroso Sergio Rubini benissimo truccato e pettinato, e segue la loro vicenda con una certa leggerezza. Nel quarto episodio Carlo Verdone, marito cinquantenne innamoratosi d'una ragazza, è grande soltanto quando assalito dall'ansia (la sua nuova faccia rannuvolata è perfetta) o quando la moglie, scoperto il tradimento, ripete precipitosamente: «Ti perdono, ti perdono». Claudio Bisio fa (malvolentieri, sembra) la parte del conduttore radiofonico d'una trasmissione - dialogo sull'amore che lega i quattro episodi. Almeno due sketches sono critici verso le nostre leggi manchevoli o arretrate. Tutti gli episodi sono, se non drammatici, poco comici: più che l'amore, il film ne racconta le varianti fastidiose.
Da La Stampa, 19 gennaio 2007 (Lietta Tornabuoni)