Made in Chiaramonte: Per uno sporco coniglio
Uncalled ha realizzato un lavoro dignitoso, seguendo forse la moda del tempo, ma con risultati apprezzabili. Il tema della mafia è stato di moda ultimamente sui media e, a detta degli interpreti, è un tema che consente di superare alcune difficoltà di recitazione e di dizione. Il regista, Simone Lucifora, e gli interpreti hanno costruito una storia con un intreccio originale e dai risvolti inimmaginabili. Forse, inconsciamente, passa il messaggio che la mafia rimane vittima del caso e dell'imprevedibilità vista l'impossibilità di essere sconfitta "per vie ordinarie". E' la prima volta che a Chiaramonte si sviluppa un lavoro di questo tipo con chiaramontani come attori.
Il film “Per uno sporco coniglio” nasce dalla passione di un gruppo di ragazzi che vogliono esprimere il loro punto di vista sulla mafia attraverso una storia fittizia ambientata nel territorio chiaramontano. Il film parla di una nascente cosca mafiosa capeggiata da “don Turiddu ra Uzzulera” (Salvatore Schembari) col compare “don Mariuzzu” (Mario Scollo) e lo zio “don Tano” (Giancarlo Catania) che fronteggiano la già affermata cosca di “don Massimino Petrarutta” (Massimiliano Occhipinti). Dopo i vani tentativi della legge di bloccare il brigantaggio a Chiaramonte, i carabinieri “Fava” e “Burritta” (Matteo Iannizzotto e Davide Depetro) escono di scena per lasciare campo libero alle due cosche, comunicando che non è lo Stato a combattere la mafia (dato che negli anni le ha permesso di infiltrarsi all’interno di esso e di farle creare una rete che le ha dato il potere attuale). Entra in scena sin dall’inizio, con degli sketch umoristici, il rappresentante del popolo comune, un cacciatore ingenuo (Raffaele Lucifora)alla continua ricerca di un coniglio che non è mai riuscito a prendere a causa delle condizioni di vista precarie. Sarà proprio il cacciatore a fermare la mania di potere di “don Turiddu” (che arriva persino a tradire la famiglia), comunicando che nella sua piccolezza è il popolo che può fermare la mafia, pur dovendone a volte pagare le conseguenze (il cacciatore verrà infatti accusato di tutte le atrocità commesse dalla mafia in quanto unico superstite). Il tutto immerso nella passione e nell’umorismo diretti e coordinati dal nascente regista Simone Lucifora (by Uncalled)
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