Gli angeli di Borsellino

Come sono stati gli ultimi giorni di Paolo Borsellino, di Emanuela Loi e dei suoi colleghi, la scorta QS21, tutti vittime dell'attentato di via d'Amelio a Palermo il 19 luglio 1992?
A dare una risposta ci prova Rocco Cesareo, regista del film Gli angeli di Borsellino (Scorta QS21).
Il film si apre con un documentario toccante in cui parenti delle vittime della scorta raccontano con dignità e orgoglio il dolore per la scomparsa dei cari loro morti adempiendo al loro dovere.
Inizia poi la storia, incentrata intorno alla figura di Emanuela Loi (Brigitta Boccoli), 24enne unica donna della scorta, e dei suoi compagni di lavoro in una Palermo, quella di undici anni fa, provata dall'attentato al giudice Falcone e sotto la presa angosciante della mafia che nell'ombra prepara la seconda strage eccellente. Con uno stile asciutto e privo di fronzoli si narra della vicenda di Emanuela vissuta con la rassegnazione per la sua ineluttabilità, come ineluttabile e inevitabile è la paura che spesso si accompagna ad una sensazione di solitudine ed isolamento la cui conseguenza è la certezza, raggiunta giorno dopo giorno, di essere abbandonati ad un destino fatale e nefasto. Questa percezione che il film trasmette è probabilmente una delle cose migliori dell'opera. E' una cronaca toccante di una pagina triste del nostra Paese. Un resoconto che inizia il 23 maggio, giorno dell'attentato a Giovanni Falcone, e si conclude 57 giorni dopo, con l'attento a Paolo Borsellino.
57 giorni di speranze perse e di sogni infranti per la giovane Manuela, sarda, e mandata suo malgrado in una città lontana a fare un lavoro pericoloso che benché non sentisse suo ha cercato di svolgere al meglio. Ma anche 57 giorni di amicizie e giochi, di matrimoni, di legami forti che si stringono tra i sei giovani poliziotti della scorta QS21, giovani generosi, diventati bersagli mobili, o “cadaveri ambulanti” legati dal filo sottile della paura e a volte del sospetto.
Sei poliziotti al fianco di un magistrato scomodo, da eliminare in qualsiasi modo, anche a costo di far diventare una strada di Palermo un sobborgo di Beirut.
Sei “bersagli mobili” che si opponevano allo spettro di una catastrofe annunciata con tutte le loro forze, anche a costo di forzare le regole.
Sei ragazzi che hanno affrontato il peso di una responsabilità più grande di loro… un gruppo solidale e compatto con un dirompente coraggio e tanta voglia di vivere.
"Gli angeli di Borsellino" vuole anche essere, forse, un film che scuota le coscienza nazionali, un inno a non dimenticare MAI i piccoli immensi eroi e martiri, morti per la giustizia e per l'Italia.
Per la proiezione abbiamo invitato la Sig. Emilia Catalano, madre di Agostino, il capo scorta di Borsellino. Non essendo potuta intervenire ci ha inviata questa lettera:
Voglio ringraziarvi tutti, vorrei abbracciarvi uno a uno per dirvi Grazie dal mio cuore di mamma. Grazie perché mi avete invitata. Grazie perché organizzando queste attività date al mio cuore di mamma un forte sollievo e mi incoraggiate a non mollare. Vi dico grazie anche a nome di mio figlio Agostino che oggi non è più con me perché è morto per colpa della mafia.
E’ terribile sapere che il proprio figlio che tu ami un giorno non tornerà più a casa perché muore vittima dell’odio e della vendetta. Era il 19 luglio 1992 e io mi trovavo nella casetta a Cinisi. Una telefonata mi avverte di una strage in via D’Amelio. Io piango, sì piango, ma non sapevo che tra le vittime c’era mio figlio Agostino. E’ stato terribile.
Da più di dieci anni con Nicolò Mannino che voglio bene come un figlio, abbiamo girato l’Italia per portare speranza, amore, pace giustizia. Ma le lacrime e il mio dolore sono ancora come il 19 luglio di 12 anni fa. Sapere che voi mi aiutate in questo impegno mi riempie di speranza. Grazie, grazie a nome mio e di mio figlio Agostino che amo e amerò fino alla fine dei miei giorni.
Ormai a casa mia sono rimasta sola e quando la sera chiudo la porta di casa mia guardo la foto di mio figlio Agostino e lo bacio in continuazione.
Mio figlio mi sorride e sembra che mi dice: “Mamma, non piangere più…io sono vicino a te e ti guardo dal cielo”. Poi mi addormento e sento che mio figlio è vicino a me.
Se voi mi aiutate a portare nel mondo quello che anche Agostino col suo lavoro voleva fare, la sera avrò più compagnia, perché ci sarà anche la vostra.
Grazie ancora perché, invitandomi, continuate ad incoraggiarmi e a darmi speranza. Vi abbraccio tutti.
Mamma Emilia Catalano