Incontro con Paolo Buonvino

A trentadue anni, Paolo Buonvino può dire di avere iniziato "alla grande" una carriera artistica certamente destinata ad avere fortuna. Un successo interamente dovuto a una modestia e a un'umiltà che lo hanno portato prima ad essere il prezioso assistente di Franco Battiato, poi a iniziare quasi per caso a comporre colonne sonore per il cinema. Un genere reinventato alla luce di una grande sensibilità di matrice mediterranea, supportata da una notevole pignoleria tecnica e da una robusta cultura classica.
Nato a Scordia, a trenta minuti da Catania, Buonvino è una persona affabile che si impegna al massimo nel suo lavoro, tanto è vero che dopo le musiche per la Piovra 8 e 9, per Ecco fatto e Come te nessuno mai di Gabriele Muccino, per Dancing North di Paolo Quaregna, per L'amante perduto di Roberto Faenza ecco arrivare un'offerta addirittura dall'estero per comporre la musica de Il cardinale per la ZDF con Horst Tappert alias l'ispettore Derrick come protagonista.
Ma se siete dei registi mediocri fate molta attenzione a Buonvino: tenetevi alla larga! Nonostante la sua epidermica simpatia e la sua professionalità indiscutibile, il compositore siciliano, vincitore del premio Rota 1999, è una sorta di diavolo tentatore. Se il vostro film non sarà granché, il confronto con le sue musiche emozionanti e sinuose farà sfigurare ancora di più il vostro lavoro.
Maestro Buonvino, ma lei non ha mai l'impressione di migliorare i film con le sue musiche?
Ogni volta che io lavoro a un film do tutto me stesso, perché voglio sempre potere offrire il massimo al regista e al pubblico. E' ovvio che alle volte mi accorgo delle cose che non vanno nella pellicola, ma questo non riguarda me, bensì l'autore. Io mi limito ad occuparmi del mio lavoro tentando di farlo il meglio possibile. In pochi anni lei si è imposto insieme a Ludovico Einaudi e a Pivio e ad Aldo De Scalzi come uno dei principali e più originali autori di colonne sonore. Questa è una bella soddisfazione per lei… Certo, ma non solo per me. Vivo in una terra di persone che non trovano lavoro e che finisce sui giornali solo per fatti tragici. Mi considero baciato dalla fortuna e conosco il valore di quello che sto vivendo. Non solo per me, ma anche per il mio paese.
E adesso che arrivano anche i riconoscimenti dall'estero, come si sente?
La gioia più grande è quella di vedere dei produttori tedeschi che ogni settimana vengono in Sicilia per potere ascoltare le musiche che sto componendo per il loro film televisivo. Venendo qua si accorgono di tante cose che succedono e sono intenzionati a tornare, magari portando del lavoro e del turismo. Io vivo in un piccolo paese. Sono circondato dall'affetto di tutti e sono felice che quello che mi accade possa aiutare - speriamo - anche gli altri. Quale è la fonte principale delle sonorità tanto originali delle sue musiche? Dalle voci delle persone che vendono le patate o la frutta nelle strade dei paesi siciliani. Dai suoni e dai colori della mia terra, dai venditori ambulanti il cui incedere è simile a quello dei muezzin, dai canti antichi dei miei anziani che mi portano a un piacere di natura cromosomica nell'ascoltare melodie antiche e presenti da sempre nel mio sangue. Questo è un qualcosa leggermente più spontaneo della cosiddetta musica colta occidentale. Un fenomeno analogo a quello che viene prescritto nel Jubilus Allelujaticus di Sant'Agostino, che riferendosi ai melismi del canto gregoriano scrisse: "Devono essere l'espressione della gioia della consapevolezza che esiste un Dio…". L'etnia è la stessa cosa. Una senso di spontanea e gioiosa appartenenza. In siciliano si dice: "mi fa arrizzare i carni…" Il mio lavoro segue la direzione di raccontare e reinventare questi sentimenti attraverso la musica. Se non ci riesco è meglio allora che lascio stare, perché è tutto tempo perso. Da dove parte il suo lavoro? Dall'emozione. Dal riuscire ad emozionare me stesso prima di tutto per poi tentare di farlo anche con gli altri. Quando ci riesco è una sensazione immensa.
Prima di scrivere la musica vuole sempre vedere il film?
Dipende dal tipo di lavoro che mi viene chiesto di fare e dal regista con cui devo lavorare. Ogni composizione ha una storia diversa. Alcune musiche le ho composte più rapidamente - ahimé - mentre altre fortunatamente sono stati più "pensate". Sostanzialmente, però, a me interessa che la musica funzioni anche da sola. Sono scontento se faccio solo una musica di commento. Mi piace regalare delle immagini e delle emozioni anche soltanto tramite l'ascolto del Cd senza avere visto il film. Preferisco i lavori che donano emozioni anche in altri contesti.
Una musica per gli occhi?
Certo, con i limiti di dovere per forza di cose stare a servizio del film. Con il mio lavoro voglio dire delle cose.
Quanto incide il rapporto con il regista?
Enormemente. Il lavoro è migliore quanto più il regista mi sa spiegare quello che vuole. Lasciandomi anche un po' libero… Più della sceneggiatura è la comunicazione con lui che mi dà una mano. Quali sono i suoi idoli dal punto di vista musicale? Non ho alcun idolo e non mi piace averne, o meglio ne ho solo uno che appartiene a una categoria superiore e in cui ho molta fede. Apprezzo molto l'opera di John Williams soprattutto dal punto di vista tecnico, anche se non comporrei mai nulla nel suo stile. Mi piace molto anche il lavoro di Hans Zimmer, con cui mi piacerebbe un giorno potere arrivare a collaborare.
Se dovesse comporre la musica per uno dei film che ha amato e di cui esiste già la colonna sonora, quale sceglierebbe?
Sicuramente quella di un film che mi piace molto e di un genere di lavoro che vorrei potere fare: Schindler's List di Steven Spielberg. Quando vado al cinema amo uscire con qualcosa di più, con un motivo in più per essere migliore. In quel senso mi piacerebbe lavorare a film che servono. Ovviamente mi diverto molto anche con i film comici, ma preferisco fare cose che abbiano un senso e che siano davvero utili per le persone. Non voglio fare il mestierante e non mi va di pensare di fare le cose solo per farle. Non avrebbe, infatti, alcun senso. Molto meglio allora fare il medico o il muratore che almeno sei davvero utile immediatamente a qualcuno. Io mi sono prefisso lo scopo di dire delle cose. Ne ho molte, lo voglio fare e spero di riuscirci. Rinnovando il più possibile ogni volta se stesso e il suo messaggio… Io sono credente (ma se fossi ateo la situazione non cambierebbe troppo…) e fondamentalmente la cosa da dire è una sola: siamo tanti in questo mondo e siamo nati per riuscire a dare qualcosa agli altri, qualcosa che banalmente potremmo definire come "il volersi bene". Un messaggio che può sembrare elementare, ma che io tento di trasmettere con le mie composizioni.
Paolo avrebbe dovuto essere presente alla proiezione, ma non potendo, così ci ha scritto:
Onorato dal vostro invito, mi vedo purtroppo costretto a non poter essere con voi per urgenti impegni di lavoro, (il 2 febbraio dovrebbe infatti uscire il film "L'ultimo Bacio" -Regia di Gabriele Muccino- di cui ho composto la colonna sonora; ed inoltre il 6 Marzo è prevista la messa in onda de "L'impero" -Mediaset- Regia di Lamberto Bava a cui sto attualmente lavorando) . Vorrei comunque approfittare dell'occasione ripromettendomi di poter stare con voi non appena possibile. Inoltre vorrei elogiare ed incoraggiare(se ce ne fosse bisogno) l'iniziativa culturale perché credo che questo tipo di attività siano molto utili alla formazione del gusto personale nonché arricchenti spesso più di altre attività apparentemente deputate a ciò. Vi auguro buona visione (e buon ascolto)!
A presto Paolo Buonvino