dicembre 21, 2000

Come te nessuno mai


"Per filmare i giovani, bisognerebbe avere una cinepresa con le ali…"

Che ci sia stata sempre tantissima curiosità per il mondo giovanile, è un fatto innegabile; è anche indubbio che questa curiosità è spesso sfumata nella nostalgia dei "grandi".

Il film di Gabriele Muccino (32 anni) è stato presentato a Venezia lo scorso anno e la sceneggiatura è stata scritta dal regista insieme con il fratello (protagonista del film) e da una sua coetanea. E' uno dei pochi esempi di film girati "in casa", con bassi costi e con varie pretese, come quella, per esempio, di farci immergere in un mondo magico e variegato, quello dell'adolescenza, in cui i ragazzi avvertono una inesauribile voglia di crescere. La sceneggiatura è basata su alcune esperienze reali del protagonista e dei suoi amici e riesce a presentare in maniera chiara e realistica la confusa situazione dei sedicenni, dimostrando come il tempo passi ma i giovani siano sempre uguali. E' questo il punto forte del film: sia che siamo stati a scuola, sia che no, tutti, in un modo o nell'altro, ci siamo trovati a vivere situazioni simili a quelle rappresentate.

Il film racconta di un gruppo di compagni di scuola (nella vita e nel film) che affondano i loro primi passi nel terreno molle della vita. Nel non facile tentativo di costruirsi un'identità, sperimentano insieme con noi per la prima volta amori, delusioni, scontri con i genitori, passioni musicali e politiche. E così, con la tenera esasperazione delle loro ansie, come se il loro mondo fosse l'unico mondo esistente, si buttano a capofitto nell'occupazione della scuola, nelle tensioni con i genitori, nella scoperta quasi inconsapevole dell'amore in varie sfaccettature. Tutto con una velocità esagerata, con un ritmo frenetico che riflette fedelmente la loro smania di

curiosare, di gustare, di affrontare l'improvviso, l'imprevedibile, l'imprendibile. A sedici anni tutto viene preso con grande serietà; se bisogna credere in qualcosa, lo si fa senza risparmiarsi. Si vuole cambiare il mondo e la cosa più romantica e affascinante è che si crede di poterlo fare con relativa semplicità. Come te nessuno mai stupisce per l'intelligenza con cui riesce a toccare, senza sforzo apparente, una serie di problematiche del mondo giovanile assai ardue da stringere in una sola pellicola e in così poco tempo, senza cadere nel banale.

Muccino sceglie di privilegiare la spontaneità degli attori rispetto alla formalità di una recitazione professionale, conferendo alle riprese un grande ritmo.

Se gli adulti di domani sono questi, il mondo può continuare a sperare.