dicembre 21, 2007

Venerdì corto

Sala Sciascia, 21 dicembre 2007
Rassegna di corti e mediometraggi

La micro rassegna di quest'anno ha voluto dedicare per la prima volta uno spazio alla realizzazione di corti da parte non solo di giovani locali. Mentre ci si scambiava gli auguri è stato possibile anche comunicarsi impressioni e idee tra gli autori presenti (Antonio Sicilia e Domenico Salomone di Scordia, Daniela Iurato, Giovanni Frasca e Gianni Calabrese).
Questi i lavori proiettati, con un discreto successo di pubblico.

1) Il mare…la vita!

Docufiction liberamente tratta dalla leggenda giapponese “Taro Urashima”, un giovane pescatore che, dopo aver sottratto ai maltrattamenti di due ragazzi una tartaruga, viene dalla medesima condotto, per gratitudine, nel Paese del Re dei Draghi, in fondo al mare. Qui, egli incontra la principessa Otohime, la quale dà una festa in suo onore. I festeggiamenti durano tre giorni, ma quando il giovane ritorna nel suo mondo, si accorge che ivi sono invece trascorsi cento anni. Non ritrova la sua famiglia, né la sua amata spiaggia così come l’aveva lasciata: essa è sporca e invasa dai rifiuti, come del resto il mare.

Deluso e sconsolato, Taro ritrova la speranza grazie a un gruppo di giovani che, contagiati dal suo amore per la natura, decidono di impegnarsi per salvare l’ambiente.

Il corto, realizzato da Daniela Iurato con alcuni suoi alunni, è un esempio di come anche la scuola possa contribuire a veicolare idee e valori positivi e pieni di significato. Il corto ha ricevuto il primo premio (Sezione mare) al Concorso “Diverse voci fanno dolci note” indetto nel 2006 dalla Junior Chamber International di Ragusa.


2)Controcorrente

Un ragazzo, figlio di un boss locale, si ribella alla spirale di violenza e di omertà che circonda la sua vita e i suoi affetti. L’epilogo, doloroso, è un invito a rompere le catene dell’illegalità, anche se il prezzo richiesto è il rischio e il sacrificio della vita. Regia di Emanuele Pisano (Scordia)


3) Quando si ama ciò che si ha

Storie che si intrecciano, normali e quotidiane; rapporti tesi che implodono per ricomporsi nei gesti e nella naturalezza dei due protagonisti (Antonio Sicilia e Domenico Salomone) i quali, attraverso la loro amicizia, riescono a dare un senso alle altre storie parallele. Regia di Emanuele Pisano


4) Storia inesistente

Mediocorto di 14 minuti che racconta una storia “inesistente” dai risvolti imprevedibili. La solitudine e il disagio giovanile sono sintomi dell’incertezza della realtà e della precarietà dei rapporti umani. Realizzato dal Liceo scientifico E. Majorana di Scordia nell’ambito del progetto “Fare cinema a scuola” è stato trasmesso da Screen saver (Rai tre).


5) Appuntamento al buio


Corto realizzato da Giovanni Frasca con Gianni Calabrese. E’ un esempio di creatività, di come un titolo quasi “scontato” possa dare vita ad un epilogo divertente e “irriverente”.


6) Who was there?

Corto di Bartolo Ansaldi, astigiano di 26 anni e con parenti (una zia) a Chiaramonte. Bartolo ha una vera ossessione/passione per il cinema e la scrittura e vive a Londra, inseguendo il suo sogno. Con fatica e con umiltà e superando varie difficoltà realizza un breve film che parla di un tradimento. Girato con poco budget, il corto si può vedere on line sul sito http://www.bisonproductions.net/

dicembre 14, 2007

Made in Chiaramonte: Per uno sporco coniglio

Primo lavoro pubblico di un gruppo di ragazzi volenterosi con una cinepresa al seguito.
Uncalled ha realizzato un lavoro dignitoso, seguendo forse la moda del tempo, ma con risultati apprezzabili. Il tema della mafia è stato di moda ultimamente sui media e, a detta degli interpreti, è un tema che consente di superare alcune difficoltà di recitazione e di dizione. Il regista, Simone Lucifora, e gli interpreti hanno costruito una storia con un intreccio originale e dai risvolti inimmaginabili. Forse, inconsciamente, passa il messaggio che la mafia rimane vittima del caso e dell'imprevedibilità vista l'impossibilità di essere sconfitta "per vie ordinarie". E' la prima volta che a Chiaramonte si sviluppa un lavoro di questo tipo con chiaramontani come attori.

Il film “Per uno sporco coniglio” nasce dalla passione di un gruppo di ragazzi che vogliono esprimere il loro punto di vista sulla mafia attraverso una storia fittizia ambientata nel territorio chiaramontano. Il film parla di una nascente cosca mafiosa capeggiata da “don Turiddu ra Uzzulera” (Salvatore Schembari) col compare “don Mariuzzu” (Mario Scollo) e lo zio “don Tano” (Giancarlo Catania) che fronteggiano la già affermata cosca di “don Massimino Petrarutta” (Massimiliano Occhipinti). Dopo i vani tentativi della legge di bloccare il brigantaggio a Chiaramonte, i carabinieri “Fava” e “Burritta” (Matteo Iannizzotto e Davide Depetro) escono di scena per lasciare campo libero alle due cosche, comunicando che non è lo Stato a combattere la mafia (dato che negli anni le ha permesso di infiltrarsi all’interno di esso e di farle creare una rete che le ha dato il potere attuale). Entra in scena sin dall’inizio, con degli sketch umoristici, il rappresentante del popolo comune, un cacciatore ingenuo (Raffaele Lucifora)alla continua ricerca di un coniglio che non è mai riuscito a prendere a causa delle condizioni di vista precarie. Sarà proprio il cacciatore a fermare la mania di potere di “don Turiddu” (che arriva persino a tradire la famiglia), comunicando che nella sua piccolezza è il popolo che può fermare la mafia, pur dovendone a volte pagare le conseguenze (il cacciatore verrà infatti accusato di tutte le atrocità commesse dalla mafia in quanto unico superstite). Il tutto immerso nella passione e nell’umorismo diretti e coordinati dal nascente regista Simone Lucifora (by Uncalled)


dicembre 04, 2007

Giorni e nuvole


Elsa e Michele sono una coppia sposata che vive comodamente e in condizioni agiate. Un brutto giorno però Michele perde il lavoro e per i due comincia un lungo calvario per cercare di sbarcare il lunario.
Elsa rinuncia al suo impegno come restauratrice di affreschi storici, Michele accetterà persino di lavorare come pony exspress. Ritrovare il giusto equilibrio, quindi, non sarà facile...

Dopo "Agata e la tempesta" e "Brucio nel vento" Silvio Soldini torna al cinema proponendo un film toccante sulla precarietà del lavoro e la staticità della vita. "Giorni e nuvole" si "muove staticamente", lento ma inesorabile come una nuvola, con una regia volta a richiamare costantemente, attraverso continue allegorie (presenza di acquari, di foto, di affreschi e barche) l'immobilità della condizione sociale dei due protagonisti. Tutto il film va quindi interpretato in questo senso. Una riflessione a una situazione di staticità (vissuta a causa della perdita di lavoro e dell’incapacità di trovarne un altro) che però, come il restauro di un antico affresco, si muove verso la riscoperta del proprio sé. Un altro elemento che richiama questo concetto è rappresentato proprio dalla città in cui vivono Elsa e Michele, interpretati in modo profondo da Margherita Buy e Antonio Albanese, Genova: città che con il suo porto richiama lo stare fermi, come una barca, parcheggiati in attesa di ripartire. Ma per Soldini la ripartenza dei due protagonisti avviene dentro di loro: mettendosi alla prova, cercando nuovi lavori, rinunciando a sogni e cambiando vite. E i due si ritroveranno insieme, infine, maturi e consapevoli.
“Finiti”come un vecchio affresco di cui diverranno parte integrante.
(Da filmup)
Venerd', 7 dicembre Sala Sciascia, ore 21.15