novembre 30, 2007

Ratatouille


La Pixar non sbaglia un film e con Ratatouille riesce a raggiungere vette di eccellenza incredibili.
La storia è quella di Remy, un ratto che vive in campagna, insieme al padre, al fratello Emil e a tutta la loro colonia, ma che, come il gabbiano Jonathan Livingston, non si accontenta di quello che ha, né di quello che è, vorrebbe di più. Lui non vuole mangiare spazzatura, né avanzi, vuole mangiare bene e per questo impara a cucinare.
La fortuna o la sfortuna lo faranno arrivare in uno dei migliori ristoranti di Parigi, dove riesce a far diventare chef, Linguini, un semplice sguattero che di cucina non capisce nulla.

La storia del ratto che volle farsi cuoco ha un ritmo e una verve irresistibili, che faranno ridere moltissimo i bambini ma che conquisteranno anche gli adulti con una storia intelligente, originale e creativa.
La sceneggiatura è scritta benissimo, divertendo tocca temi non banali: la volontà di affermare se stessi, l’importanza della famiglia, la discriminazione femminile, l’importanza di apprezzare ciò che ci circonda, non ingoiando distrattamente tutto ciò che ci viene dato, ma gustando e assaporando lentamente.
Niente è inserito forzatamente nella narrazione, non ci sono momenti morti, né personaggi o avvenimenti inutili.
I personaggi sono tutti ben delineati e sfaccettati, non è scontato che l’imbranato Linguini perda la testa quando diventa famoso e rinneghi il suo burattinaio, pensando di poter fare da solo.
Meraviglioso il ritratto del terribile critico Anton Ego, la sua epifania è degna di una madeleine di Proust e le sue considerazioni sul ruolo del critico fanno riflettere.
A tanta cura nella creazione dei personaggi e della storia si aggiunge altrettanta perfezione tecnica.
La realizzazione di Ratatouille è impressionante: la colonia di ratti che deve scappare dalla casa che sta crollando è fin troppo realistica, i movimenti, i peli della pelliccia sono realizzati con una tale precisione che sconcertano. Le scene di inseguimento nella cucina con una visuale a livello topo sono fantastiche, con un ritmo incalzante e mozzafiato. (Da Filmup)

"Non tutti possono diventare grandi artisti, ma il grande artista può trovarsi ovunque"

Stasera, 30 novembre 2007 ore 21.15 Sala Sciascia

novembre 23, 2007

I vicerè di R. Faenza


Storia d’amore, passioni, odi familiari. “Molto” liberamente ispirato al romanzo di De Roberto, pubblicato nel 1894, affresco feroce e dissacrante dell’Italia post unitaria e dell’aristocrazia siciliana pronta a tutto pur di sopravvivere alla modernità. Una narrazione crudele, magnifica e sarcastica, tra il 1855 e il 1882 in Sicilia, d’una grande famiglia aristocratica d’origini spagnole, della chiesa e del tipico vizio italiano, il trasformismo politico. Del romanzo (700 pagine circa) rimane ben poco, solo la costruzione narrativa che anticipa la soap opera di oggi.


Stasera, 23 novembre 2007 ore 21.15 Sala Sciascia

"Ora che L'Italia è fatta dobbiamo fare gli affari nostri"

"Pensi ancora alla destra e alla sinistra? Non vedi che i partiti vecchi sono finiti?"


Si riparte....